Riassunto mese di Giugno (Continua...)





FESTA DEL BEATO PIER GIORGIO FRASSATI 2009


- 4° GAGLIARDA’S DAY – 30/06/2009



UN’AMICIZIA, UN CAMPIONE



Siamo arrivati alla quarta edizione del nostro bellissimo appuntamento che ogni anno ci vede protagonisti e sempre più vivi. Per spiegare come si è svolta la giornata abbiamo chiesto al nostro allenatore della squadra under 10 e membro della squadra di ciclismo di scrivere due righe sull’accaduto. Giudicate voi!


ARTICOLO DI UN ALLENATORE






Tutto ormai è pronto. Mi guardo intorno, siamo tutti lì, vicino alla mostra sul grande Gino Bartali.
Francesco legge ancora per l'ennesima volta i suoi pannelli (gli abbiamo appena detto che sta arrivando Andrea Bartali e dovrà spiegare la mostra con lui presente). “Il dottore” (Fabio) girà qua e là, il suo pannello sulla famiglia ormai lo sa quasi a memoria. Raffaele è ancora lì, vicino a quel nuovo pannello che sta cercando di appendere ormai da un pezzo: è riuscito a trovare diversi articoli di giornale dell'epoca che parlavano delle vittorie (e delle sconfitte ahimè) del nostro Ginettaccio. Io sono lì, vicino ad Andrea, il nostro presidente della Gagliarda, agitato più che mai per l'arrivo dei due conferenzieri. Stanno arrivando infatti Andrea Bartali e Paolo Alberati: di Andrea basta dire che è il figlio di Gino Bartali, mentre Paolo è un ciclista professionista, autore del libro che ha ispirato la mostra.
Sono lì e mi chiedo perché tutti noi siamo intorno a questo campione. Ce lo siamo detti tante volte e Francesco (che continua a fare le prove per spiegare la mostra) me lo ripete ancora: "era prima di tutto un Uomo Vivo, uno di quelli che ti ricordi sempre nella vita".
Comincia ad arrivare gente, sembra un po' il popolo delle corse che si stringeva intorno a Gino quando passava da ciclista o quando andava alle tappe del Giro dopo aver finito la sua carriera.
Arriva anche un amico stretto di Gino che abita a Grottammare. Ci racconta dell'uomo Gino e del suo amore per la nostra terra. E pensare che abbiamo cominciato ad organizzare la mostra senza sapere del suo amore per il nostro territorio piceno.

Arriva finalmente Andrea, è una grande emozione per noi tutti, il popolo accorso a sentire la mostra è tutto li davanti ai pannelli che attende composto la nostra spiegazione.
Cominciamo, Andrea Bartali ascolta ed interviene poco, sembra quasi voglia cogliere da noi cosa ci ha stupito di questo grande campione e professionista, suo padre, che lui ha conosciuto anche nell'intimità.
Terminiamo la spiegazione della mostra, tra applausi di approvazione e visi contenti, con l'ultimo pannello sulla Fede in cui Raffaele ci aiuta a capire la fede incrollabile di Ginettaccio, testimone cristiano senza paura, che lo spingeva ad aiutare tutti anche rischiando la propria vita.
Andiamo a cena, mi siedo vicino ad Andrea Bartali: siamo tutti lì ad ascoltarlo mentre ci racconta qualcosa in più su Gino e sopratutto ci chiede di noi, vuole sapere come ci è venuto in mente proprio lui e cosa facciamo con la nostra piccola squadra di ciclismo.
Finalmente è ora della conferenza, per potervi partecipare mi sono liberato da tutti gli impegni di organizzazione che solitamente ho nella nostra festa. Sono lì insieme ai miei amici che mi hanno aiutato (e non poco) a realizzare e a sostenere la festa e la serata.
Paolo Alberati, fisico da atleta e un bel parlare che ci tiene tutti incollati alle nostre sedie, ci racconta aiutato dalle foto la vita di Bartali e, in alcuni tratti si fa aiutare da Andrea, i due dialogano alla grande ed il pubblico presente apprezza. Paolo ci racconta di aver ripercorso tutto il tragitto da Ponte a Ema (Firenze) ad Assisi che era lo stesso percorso che Gino, tra il 1943 ed il 1944, percorreva in un solo giorno (380 km totali tra andata e ritorno) per trasportare foto e passaporti falsi nascosti nella canna della bicicletta così da salvare centinaia di ebrei. Questa storia è stata meravigliosamente rispolverata da Paolo che, insieme ad Andrea Bartali, ha creato la “Fondazione Gino Bartali onlus” che si occupa di far conoscere la splendida figura di questo grande uomo. Si avverte in alcuni tratti la commozione di Andrea che ci fa entrare ancora di più dentro la vita di suo padre Gino. Il pubblico, numerosissimo, è in completo silenzio, l'ambiente in penombra (per vedere meglio le foto proiettate) potrebbe far addormentare qualcuno invece sono tutti attenti e commossi, la vita di Gino Bartali coinvolge tutti, anche chi non sa niente di ciclismo.

Finita la conferenza abbiamo ancora modo di parlare con Andrea e Paolo, contenti di sentire ancora la nostra storia. Vogliono vedere anche le nostre foto ed il video degli ultimi pellegrinaggi a Roma in bicicletta. Nulla a che fare con le imprese di Gino o di Paolo con le loro bici. Ma sono lì e questo testimonia l'amicizia che è nata.
Si è fatto troppo tardi, ed il piccolo Edoardo Alberati, figlioletto di Paolo dorme da un pezzo. I nostri ospiti domani hanno tanti km da fare per tornare a casa. Prima di andare via Paolo e Andrea ci dicono di tenerli informati sulle nostre attività. La serata è conclusa, torno a casa stanco morto come i miei amici, ma contento per questa splendida serata, sopratutto per aver trovato nuovi amici ed altri due Uomini Vivi.





Fabio Consorti