"Rubo" volentieri dal sito della A&G Sporting (
http://www.aegsporting.com/) il saluto scritto dal nostro caro amico Paolo Alberati, ai suoi amici e tifosi, in occasione del suo ritiro ufficiale dalle corse professionistiche: a Paolo noi della Gagliarda vogliamo bene perchè sappiamo che lui ci stima tanto e poi perchè ci unisce l'amore per Gino Bartali, è infatti grazie a Paolo ed al suo libro che c'è venuta un pò a tutti, chi più e chi meno, la sana "malattia" per Ginettaccio!
Andrea Falcioni
1 maggio '11 - Paolo Alberati chiude la carriera di ciclista professionista.
Ciao a tutti. Sì ciao, perché ora si può dire: perché ieri primo maggio, con il Campionato Italiano Marathon nella mia terra di nascita, l'Umbria, ho chiuso la mia carriera ciclistica.Da domenica pomeriggio non sono più un Corridore ciclista, ma "solo" un ciclista. Appassionato, felice, rilassato, ma sempre fortemente ciclista.Sono felice e teso allo stesso tempo perché realizzo così un mio sogno importante che cullo da sempre: chiudere la mia carriera di ciclista professionista

quando lo decido io, da atleta in salute, competitivo, consapevole.E sì che il destino, sotto forma di cadute e incidenti, negli ultimi quattro anni ha provato davvero a decidere per me, ma io non ho certo voluto dargliela vinta.Specialmente l'ultimo infortunio, quello di settembre scorso, con nove ossa rotte e 70 centimetri di ferri ancora conficcati nel mio braccio e spalla destri (prima o poi li toglierò), ce l'ha messa tutta. Ma non c'è riuscito.Non poteva finire tutto contro un guardrail, infortunato, sconfitto, incavolato nero.Dovevo reagire e decidere io per il mio destino. E l'ho fatto rimettendomi in bici piano piano, tornando giorno dopo giorno sempre più competitivo, abbandonando le paure di quel maledetto guardrail, liberando il mio fisico dai veleni delle anestesie, tornando prima ad un passo dal podio, poi terzo, poi finalmente anche primo, in una granfondo su strada.E insieme col processo di recupero ho maturato anche la mia decisione, ho deciso che era bello tutto ciò che era stato, ma c'era da guardare avanti, ancora più avanti, perché il mio futuro mi pressa già da parecchio e l'attività A&G SPORTING riempie il mio cuore già da tempo.Corro (e ho iniziato a vincere proprio in Umbria) dal 1980, avevo 7 anni, 31 anni fa.Per me ogni giorno pedalare è stato come camminare e non smetterò certo di farlo domenica: ancora oggi, ogni giorno di più, sento che per me pedalare è come respirare, essenziale.Ringrazio Dio per avermi permesso per tanti anni di farlo con gioia e addirittura per lavoro, di avermi concesso di realizzare i miei sogni, aver corso il Giro d'Italia, aver vinto tra i professionisti della strada e essermi divertito molto a vincere e pedalare anche nella Mtb. Avevo un sogno e un orgoglio: indossare la maglia azzurra. Ebbene, l'ho fatto in tutte le categorie e discipline in cui ho gareggiato a due ruote.La mia bici mi ha permesso di viaggiare il mondo, conoscere tre lingue senza studiarle, conoscere modi diversi di vivere e di pensare, conoscere la donna della mia vita e con lei la mia famiglia, tutto dalla sella della mia bici.Un solo sogno non ho ancora realizzato: quello di indossare una maglia tricolore. Me ne sono dovuto fare una ragione...Cosa fare ora già lo so, ho solo l'imbarazzo della scelta, ma purtroppo solo 24 ore al giorno per vivere il ciclismo sotto tanti altri punti di vista: scrittore, giornalista, preparatore atletico, procuratore sportivo, organizzatore. Presto anche direttore sportivo.Poi ho da crescere i miei due figli, insegnargli lo sport e con esso la vita. E poi, perché no, devo ancora divertirmi a pedalare, speriamo tanto, per esempio continuando a fare promozione alle aziende che anche in questa stagione hanno voluto sostenermi con un rapporto fantastico di lavoro e umano allo stesso tempo. Sicuramente lo farò con gusto, magari ogni tanto anche ributtandomi nella mischia, per assaporare l'ebrezza del vento veloce in faccia e il sudore condiviso con tanti altri che mi pedalano accanto. Ma nulla di più.Ringrazio tutte le persone che mi hanno accompagnato in questi anni, insegnato a vincere allenadomi, e insegnato soprattutto a perdere battendomi con spirito sportivo in gara. Ringrazio le aziende e gli imprenditori che sino a dopodomani mi hanno permesso di trasformare la mia passione nel lavoro più bello del mondo.Ringrazio voi che mi leggete e coloro che domenica in gara incroceranno il mio sguardo.Avete arricchito la mia vita.
Un abbraccio.
Paolo
Per chi vuole leggere la lettera di Paolo dal suo sito:
http://www.aegsporting.com/index.php?option=com_content&task=view&id=163&Itemid=63