Pubblichiamo di seguito lo scritto di Alberto, ringraziandolo di cuore per l'amicizia e la stima che ci dimostra.
Grazie Alberto!
È una pioggerellina, ma un vento fresco e gagliardo me la spruzza in faccia senza

Allena a calcio gli under 12 ma non è del mestiere, mi racconta in macchina quasi scusandosi perché sa che sono insegnante di educazione fisica; però gli piace molto e scappa dal lavoro la sera per raggiungere i suoi ragazzi. Lo fa perché glielo hanno chiesto “Andrea aveva bisogno e così ho cominciato”. Semplice.
Quando mi lascia davanti a S. Francesco devo evitare fango e pozzanghere per arrivare al tendone. Mi rincuora Bartali, anche lui impegnato in una salita, bagnato dentro e fuori della foto.
Chiusi tra le pareti di plastica è una bolgia, all'entrata c'è un muro umano. Che si apre d'incanto quando mi riconoscono. “Là, vicino a tua moglie” mi indicano mani che invece io non so di chi sono: e c'è un posto riservato per me. Un'attenzione vera. Semplice.
C'è ben una ragione a essere lì in tanti: Nando Sanvito tiene banco, con quella capacità unica di raccontare fatti banali come fossero avventure straordinarie, che se te lo trovi vicino a mangiare e ti dice “Ieri ho preso la metro...” tu resti con la forchetta per aria e la bocca aperta, col cuore che palpita mentre pensi: “Chissà come andrà a finire?”. Questione di sguardo, di cuore (e anche un po' di chiacchiera).
Però stavolta i fatti sono proprio starordinari: l'Italia è sull'orlo della guerra civile per l'attentato a Togliatti. De Gasperi chiama Bartali che sta perdendo il Tour: “Pensaci tu”. E lui ci pensa e fa, fa e vince, strafà e stravince. E i deputati che si stanno scannando in Parlamento si fermano alla notizia; e anziché scontrarsi sulla politica cominciano a incontrarsi su quell'uomo in bicicletta. Che è un campione e parla il linguaggio dello sport, che tutti capiscono perché il corpo non mente; ma è anche un santo che comunica la carità, che tutti riconoscono perché men che meno il cuore mente. Insomma l'Italia è salva.
Dieci, no, al massimo sei secondi dopo l'ovazione per Nando-Bartali le sedie vengono ammucchiate; compaiono i tavoli; le sedie vengono smucchiate; compaiono le tovaglie; arrivano i piatti fumanti di pasta; arrivano anche le birre. E sei lì che ti godi la cena con gli amici.
Come è accaduto? Opera dei Mozzi Arditi, chiamiamoli così i figli e gli amici più piccoli dei Capitani Coraggiosi, che stanno facendo gavetta imitando i grandi. Sono dovunque, sono tanti, sono attenti, sono attivi, sono simpatici: invadenti il giusto mentre ti chiedono un'offerta, rigorosi a piantonare le mostre, creativi nell'eseguire i compiti, uniti tra loro che è uno spettacolo. Complimenti Capitani, bella gente state tirando su. In modo intelligente. E semplice.
E intanto scroscia. La pioggerella è diventato un diluvio che accompagna le nostre chiacchiere rombando sul pvc che ci fa da tetto. Proprio adesso che arriva Lino Zani. Ma figuriamoci, roba da ridere per uno che si è convertito andando per ghiacciai in mezzo mondo. Ci racconta di un Giovanni Paolo talmente umano che ti tocca riconoscere che a essere santi ci si guadagna proprio perché non si perde niente e si potenzia tutto: sciate sui ghiacciai, canti di montagna, chiacchiere intorno al fuoco, fughe dal Vaticano, in giro per Roma o sulle nevi dell'Abruzzo, la compagnia degli amici: non si faceva mancare niente quel diavolo di Papa. Ma fermava il tempo quando ringraziava l'Amico.
È tardi ormai, ma la pioggia ci concede una pausa per bersi una birra girando da un capannello all'altro sul prato fradicio di S. Francesco. Sul palco là sopra giorni fa il coro S. Filippo e Martino Chieffo hanno incantato, mi raccontano; e mia moglie rimarca orgogliosa che siamo stati noi a far conoscere quello spettacolo nell'ormai lontano gennaio, quando la Confraternità sbarcò a Forlì. Al centro campeggia la zona mostre mentre più in là, protetta dalle mura del convento, l'arena degli incontri, dove i santi protettori dei Tipi Loschi (se ne sono scelti un bel po', e di che calibro!) si danno un gran daffare intorno ad una Barca per farla muovere, sicuri che se parte lei tutto il mondo le va dietro, e non il contrario.
Il Marco Sermarini ci affabulava sull'argomento ieri sera, con la complicità dell'eminenza grigia Cardinale Pietro Marzi, mettendo alla gogna un pugno di confratelli inchiodati sul palco: ben agguerrite le donne, a conferma che è ormai un secoletto che il sesso forte sono loro; di sostanza i maschi, escluso il sottoscritto che non riesce a dare all'inquisitore una risposta degna. Prendiamoci a discolpa l'essere in commissione di maturità (e di notte con Bondi alla guida si torna a Forlì per essere a scuola alle 8) che è drammatico perché tocchi con mano il suicidio di una società che non educa più. Ma poi Max di Buccinasco ti legge la lettera di un suo piccolo atleta che col calcio ha capito la vita; e tutto vale la pena.
È tardissimo. Con la testa che ronza aspettiamo il bus a 2 piani che ci riporterà a Colli del Tronto. Fa freddo, incredibile. Per scaldarci improvviso gare di corsa con i bambini: ci stanno, i bambini ci stanno sempre. Gli adulti, e soprattutto le adulte, invece chiacchierano: e si dicono sportivi. Bah! Poi finalmente il meraviglioso letto della meravigliosa stanza del meraviglioso albergo. E mi sveglio con un meraviglioso sole.
Assemblea lampo cdo sport: siamo tutti stupiti che ancora una volta è accaduto. Cosa? Il miracolo di un'amicizia, più grande, più profonda, più consapevole. Basta: tutti in piscina! Tranne i Presidente che scompare per farsi manipolare la schiena da mia moglie: sei ridotto male, però non approfittiamo della carica, Presidente!
Viene Andrea Falcioni in delegazione a salutarci. Caro Andrea ringraziarvi adeguatamente è impossibile. Saluta tutti e auguri a Pietro. Siete stati meravigliosi.
Semplice.
Alberto Fornari