"L'ULTIMA VITTORIA DI BARTALI": DAL SITO GAZZETTA.IT DEL 17 SETTEMBRE 2012


Tappa a Mirabello, vicino a Ferrara. Arrivo in un asilo, con 70 bambini. E’ l’ultima vittoria di Gino Bartali. Non 60 anni fa. Ma adesso.
Bartali è vivo, e pedala ancora per noi. Attraverso la fondazione a lui dedicata, con Andrea Bartali, il figlio maggiore, e la collaborazione della giornalista Laura Guerra e di Jonathan Di Tata. Stavolta l’obiettivo è un asilo danneggiato dal terremoto dello scorso maggio: raccogliere fondi per ricostruirlo, per resuscitarlo, per tornare ad abitarlo e a viverlo.
E Bartali, i fondi, li sta trovando. Molto nel ciclismo: maglie regalate dalle squadre professionistiche e autografate dai loro corridori, come quella della Colnago-Csf (la formazione di Pozzovivo e Modolo) al Giro di Padania; e come la borraccia autografata da Bernard Hinault, incontrato al Premio Vincenzo Torriani e sensibile all’operazione umanitaria. E un po’ li sta trovando anche nel calcio: come la maglia azzurra di Andrea Pirlo, con la firma di tutti i giocatori della Nazionale, grazie all’interessamento del c.t. Cesare Prandelli.
Perché bastano ancora il nome Bartali e un nobile intento per riscoprire una ragnatela di amicizie, di legami, di parentele. In fondo, lo sport è un’enorme famiglia, con un suo codice di appartenenza, e un suo linguaggio.
Per Bartali, Gino e Andrea, e tutti gli altri, questa di Mirabello è un’altra corsa, una nuova corsa, la corsa della solidarietà. “Se lo sport non è una scuola di vita e di solidarietà – è Andrea a riportare una convinzione del babbo Gino -, allora non serve a niente”.
L’asta si terrà verso la metà di novembre. Per chi vuole contribuire con un cimelio da mettere all’incanto, lg.press@libero.it.