"PUNITO PER AVER RITIRATO LA SQUADRA DOPO GLI INSULTI": DA AVVENIRE.IT DEL 20/12/2013

I genitori litigano sugli spalti e Alessandro Birindelli, tecnico delle giovanili del Pisa, fa uscire dal campo la sua squadra di bambini: il giudice sportivo lo sanziona con la sconfitta a tavolino «È stata persa un’occasione».

I bambini in campo rincorrono il pal­lone mentre i genitori litigano tra lo­ro sugli spalti dopo che un padre ave­va apostrofa un piccolo calciatore per aver sbagliato una giocata. È bastato que­sto ad Alessandro Birindelli, ex difenso­re della Juve e della Nazionale, ora al set­tore giovanile del Pisa, per ritirare dal cam­po la sua squadra Esordienti, bambini di 11 e 12 anni. L’episodio è avvenuto saba­to scorso e il giudice sportivo è intervenu­to ieri infliggendo al Pisa la partita persa a tavolino e un punto di penalizzazione.
«L’Italia non ha cultura sportiva. È stata persa un’occasione», il commento ama­reggiato di Birindelli. «Se non si educano prima i genitori, non si potranno mai e­ducare i figli», aveva spiegato l’ex terzino. E il suo gesto di ritirare i bambini dal cam­po nella partita con l’Ospedalieri aveva fat-to tanto più scalpore, visti gli episodi del­lo Juve Stadium dove pure i piccoli tifosi in curva al posto degli ultrà si erano lasciati andare a cori di insulti al portiere avversa­rio. Ma evidentemente il gesto non ha con­vinto la Figc territoriale a inviare messag­gi diversi dalla mera applicazione del re­golamento.
«La nostra è una categoria dove si insegna soprattutto a stare in campo e i valori del­lo sport – spiega l’ex bianconero – e quin­di della “punizione” non mi importa nul­la. Però, credo che la Figc abbia perso un’occasione: è inutile proclamare il fair play solo a parole».
A Birindelli è il calcio italiano a piacere sempre meno: «È un problema di cultura sportiva che da noi non c’è. Non si pro­gramma nulla. Infatti, i settori giovanili i­taliani producono sempre meno talenti: si vuole tutto e subito». Altri Paesi, secondo Birindelli, hanno saputo cambiare rotta: «Penso alla Francia e alla Germania che hanno reinvestito in stadi e giovani. Ora vantano campionati economicamente flo­ridi e risultati prestigiosi. L’Italia ha la più alta concentrazione di agenti Fifa ma a li­vello internazionale le nostre squadre fan­no grande fatica. Per non parlare di ciò che avviene nelle curve dei nostri stadi, dove anche i bambini, imparando dagli adulti, insultano gli avversari».