Oggi, 12 settembre, è terminato con una bella merenda e alla presenza dei genitori dei bambini iscritti, il nostro super Centro Estivo Sportivo.
Ben 14 settimane di attività, come base lo "Sportland" a Grottammare ma tante belle ed entusiasmanti uscite sul territorio, ben 150 bambini iscritti nell'arco dell'intera estate e tante famiglie che abbiamo conosciuto e che hanno molto apprezzato lo slancio educativo della nostra proposta estiva per i loro figli.
Di seguito pubblichiamo molto volentieri le testimonianze di Federica Olivieri, responsabile del centro, di Fabio Consorti, vice-presidente della Polisportiva Gagliarda e di Aurelia Coccia, mamma di Federica e nostra cara amica che è venuta un giorno al CES a fare una lezione di ciclismo ai nostri bambini.
Buona lettura a tutti e arrivederci col Centro Estivo Sportivo all'estate 2015!
Andrea Falcioni
FEDERICA OLIVIERI
Il centro
estivo sportivo si è svolto a Grottammare e doveva concludersi l'8 agosto, ma a
grande richiesta di molte delle famiglie dei bambini che vi hanno partecipato abbiamo
poi riaperto dal 18 agosto fino al 12 settembre! Oggi è il 10 settembre e
ancora siamo in ballo, pronti per salutare tutti i bambini e le loro famiglie,
sperando poi di rivederci durante l'anno nelle nostre attività “invernali” come
il doposcuola, la società sportiva, la scuola e il sabato a San Francesco.
Infatti durante questa lunga estate “gagliarda” passata insieme sono nati dei
bellissimi rapporti con i bambini e le loro famiglie che vorremmo non finissero
con la chiusura del centro estivo, desideriamo tantissimo non perderci di
vista!
Secondo me
questa nuova avventura non sarebbe mai diventata così bella, grande e fruttuosa
se non fosse nata da un gruppo di amici che ha smosso mari e monti per incontrare quanti più bambini possibili e
insieme con loro camminare per un viaggio lungo 13 settimane. Un viaggio tra
l'altro pieno di tante belle scoperte, sia a livello umano e sportivo!
Salutandovi
vorrei ricordare proprio la frase che abbiamo stampato sulle magliette e gli
zaini dati ai bambini del centro estivo sportivo: “La vita è la più bella delle
avventure, ma solo l’avventuriero lo scopre”.
A presto!
FABIO CONSORTI
Caro
presidente,
eccoci qui
alla fine della lunga avventura con il CES. Sai bene di cosa parlo perché
abbiamo inventato questo diminutivo per poterci scrivere durante l’estate le
notizie tecniche del nostro centro estivo sportivo con più velocità!
Chi poteva
immaginarsi all’inizio dell’estate che il nostro CES avrebbe avuto un così
grande successo? Abbiamo coinvolto circa 150 famiglie e ci è stato chiesto a
gran voce di non finire l'8 di agosto e di andare avanti fino alla riapertura
delle scuole, così siamo ancora a fare attività con 50 bambini fino al 12
settembre.
E' stata una
fatica, come sai bene perché condivisa anche con te, quella di organizzare il
lavoro delle persone che hanno lavorato al CES, le attività e tutte le questioni
burocratiche, ma alla fine penso che sia stata soprattutto una grande e bella
avventura!
Proprio vera
la frase che abbiamo voluto stampare sulle maglie e gli zainetti dei bambini:
"La vita è la più bella delle avventure ma solo l'avventuriero lo
scopre"! Così nel corso delle settimane del CES anche noi ci siamo messi
con attenzione ad imparare da quello che vivevamo tutti i giorni, da tutte le
belle cose vissute con i bambini ed abbiamo provato a far vivere a loro una
bella avventura d’insegnamento e di crescita per la loro vita.
Nella seconda parte
del CES, iniziata il 18 agosto, abbiamo volutamente coinvolto tanti amici che
hanno lavorato nei centri estivi e le colonie della nostra opera, raccogliendo frutti
preziosi da questa “insolita” collaborazione: ognuno di loro infatti ha portato
qualcosa dalla loro esperienza al nostro CES, come per esempio le tate di
Barbalbero che hanno cominciato un nuovo e bellissimo laboratorio con i bambini
più piccoli che sono stati entusiasti della grande novità!. Quanto è bello
riscoprire queste amicizie che ci confermano un'appartenenza ad una amicizia
più grande di noi ma che ha bisogno di tutti noi.
Sono sicuro
che l’esperienza vissuta col CES quest’estate ci farà ricominciare carichi il
nuovo anno sportivo alle porte.
Ci sentiamo
presto!
AURELIA COCCIA
La mattina di una bella giornata
di sole vede un manipolo di piccoli gagliardi insieme riuniti. Al seguito di
premurosi vigilanti si dirigono verso la pista ciclistica, un impianto sportivo
all’avanguardia che si snoda nei pressi del litorale cittadino e a ridosso del
fiume Tesino. Li insegue un festoso chiacchierio mentre in fila si tengono per
mano.
Come in ogni attività che li
mette in gioco essi sono attenti, felici e un poco impauriti. Al di là della
lezione di ciclismo che li aspetta, vi è soprattutto il desiderio di andare in
bici.
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Una volta pronti, li coglie il
gusto di gareggiare insieme; vengono su una non meglio definita linea di
partenza e…via! Sgambettano sui pedali come grilli, incuranti di se stessi, dei
compagni, di una qualsiasi traiettoria da seguire e rispettare.
Sono mossi da una miscela
potente, dolce: la libertà, quell’antica dea rincorsa ogni volta che la realtà
rende schiavi.
Cattiveria o bontà quale essa
sia, coinvolge il quotidiano la cui giungla spazia su tutti, bambini compresi.
Essi, differentemente agli
adulti, stringono tra le mani il manubrio della fiducia, nel cuore hanno il
coraggio da leoni, corrono a perdifiato sulle traballanti biciclette che, non
essendo per tutti sufficienti, via via si alternano rispettivamente tra loro.
La gioia di arrivare al traguardo
supera ogni fatica e sono pronti a ripartire per un altro giro.
Alla fine, sull’erba sdraiati,
sono felici, stanchi ed assetati.
Spegnere la loro sete è stato
difficile; premi non hanno avuto, tuttavia, partecipando alla competizione
hanno elargito intorno un bene profondo: il dono di se.
Nel mentre la vita correva ma in
quel luogo, di scatto, si ferma attonita.
Lei consumata dal tempo, dalle
tante necessità, dai tanti dolori, si fece piccola coi piccoli a ricordare chi
fosse e chi era.
Quella bella vita, a volte
sconosciuta e confusa, tra i bambini festanti si risvegliò. Prese il volo, si
librò nell’aria cinguettando come un fringuello. Cantò, cantò quasi a
squarciagola, il suo inno di gloria. Nulla aveva un senso, ma un senso c’era:
il dolce risveglio di tante piccole vite incentivate a rincorrere un sogno,
quel classico eppure strano sogno che per materializzarsi non riposa mai.
Piccoli amici miei! Ieri io sono
stata “arbitro” delle mie gare, sconfitte e vittorie mi hanno allevato, oggi
sono qui perché a voi lascio il testimone.
Ciao a tutti! Buona fortuna!
Chissà mai un giorno ci
rivedremo!