Dall'Inghilterra la partenza del 2014. Deluso Andrea Bartali, figlio del grande campione fiorentino: "Erano sette anni che cullavo questo sogno".
Di Antonio Mannori
Firenze, 15 dicembre 2012 - TUTTA questione di soldi e le sterline inglesi hanno avuto la meglio sugli euro. Che il Tour De France 2014 (edizione n.101) sarebbe partito dall’Inghilterra, patria di Bradley Wiggins, che ha vinto l’ultimo Tour era ormai noto, ed il vice sindaco di Firenze Dario Nardella che assieme a Andrea Bartali, figlio del grande campione aveva tenuto i contatti con il direttore della corsa francese Christian Prudhomme, lo avevano fatto intendere qualche settimana fa in occasione della cerimonia del Giglio D’Oro.
La partenza (la seconda dall’Inghilterra nella storia della corsa, dopo il 2007) avverrà dalla città di Leeds nella Contea dello Yorkshir il 5 luglio 2014, e la Grande Boucle prima di approdare in Francia, disputerà l’ultima tappa sul territorio inglese con arrivo a Londra. Tutti i dettagli peraltro saranno resi noti il 17 gennaio nel corso di una conferenza stampa. Ricordiamo altresì che oltre a Firenze, c’era anche un’altra candidatura, quella scozzese di Edimburgo. Gli sportivi e gli appassionati di ciclismo si sentono un po’ presi in giro, ma i soldi hanno deciso il tutto come temeva ed aveva anticipato il vice sindaco Nardella. L’offerta (4 milioni di euro), c’era stata, gli inglesi ne hanno messo uno in più e nulla hanno contato altri aspetti, altri valori e meriti, di storia di cultura. Peccato non poter onorare la memoria di Bartali, Nencini (un altro che ha vinto il Tour), Magni, far festa con Alfredo Martini; sarebbero stati tre giorni intensi, stupendi, per le bellezze naturali e artistiche che Firenze ed altre località coinvolte avrebbero offerto.
L'intervista
ANDREA Bartali, il figlio del grande campione fiorentino è un fiume in piena, non è amareggiato e deluso, è soprattutto disgustato dalla mancata assegnazione a Firenze della partenza del Tour 2014.
«Erano sette anni che cullavo questo sogno, che avevo lanciato la proposta, poi ripresa e portata avanti con forza anche dal sindaco di Firenze Renzi e dal vice Nardella».
Hanno deciso i soldi.
«Noi quello che ci era stato chiesto in pratica lo avevamo garantito, e si trattava di impiegare capitali privati e non pubblici, tenuto conto del contenimento delle spese cui sono chiamati i comuni e le istituzioni in genere. Poi c’è stato un rilancio e Firenze non poteva starci a questo gioco».
«In pratica questi campioni come papà, come Gastone Nencini, Fiorenzo Magni, Fausto Coppi e tanti altri sono stati messi all’asta, quasi un disprezzo, e non è giusto questo modo di agire».
Sul piano morale ed etico gli organizzatori francesi sono mancati.
«Mi chiedo come si possa chiedere di dare il buon esempio ai corridori, ai tanti addetti ai lavori quando poi chi per primo dovrebbe farlo si comporta così. Non è assolutamente morale tutto questo».
Sappiamo che si è fatto sentire anche Gianni Letta.
«E’ stato gentile, mi ha telefonato e lo ringrazio anche perché era amico di mio padre, conosceva la vicenda e l’ha seguita. Si è detto dispiaciuto ed amareggiato della conclusione».
Non solo Firenze delusa a questo punto, ma anche altre località toscane che erano state coinvolte.
«Sì, perché si erano fatti avanti città come Pisa, Livorno, Forte dei Marmi, interessate a una delle prime tappe del Tour qualora fosse partito da Firenze».
E’ stata persa una grande occasione.
«Penso proprio di sì, il Granducato era pronto ad offrire la passione, l’entusiasmo che la gente ha per il ciclismo, ma anche le sue bellezze, è un giorno triste per lo sport del pedale».
Mancherà il Tour ma i 100 anni dalla nascita di Gino Bartali vanno festeggiati.
«L’idea c’è, ed è quella di chiedere la partenza del Giro d’Italia 2014 da Firenze. Sarebbe una bella risposta e mi attiverò fino da domani perchè questo obiettivo possa essere raggiunto».