Il
capitano nerazzurro racconta il suo incontro con il Pontefice. «Ho avuto la
possibilità di sperimentare direttamente che è una persona molto aperta, umile
e semplice».
Articolo tratto dall’Osservatore Romano, di Francesco M. Valiante - Ma allora Papa Francesco tifa per l’Inter? Il capitano Javier Zanetti, bandiera del club nerazzurro, ha un attimo di esitazione. Poi se la cava con eleganza e una punta di diplomazia: «Ma no, il Papa tifa solo per un mondo migliore. E crede che ognuno di noi, anche attraverso lo sport, possa dare una mano a costruirlo».
Quel
che è certo è che il “tifoso” Bergoglio è appassionato di calcio. E tiene per
il San Lorenzo de Almagro, l’undici del quartiere
Boedo di Buenos Aires che il piccolo Jorge Mario seguiva ammirato quando il
papà lo portava allo stadio. Nei suoi ricordi resta soprattutto la gloriosa
annata del 1946, quando il club rossoblù spezzò il dominio del River Plate e
del Boca Juniors, che avevano conquistato dieci titoli negli ultimi dodici
anni, e trascinato dai gol del ciclón René
Pontoni si aggiudicò il campionato. «Non a caso — rivela Zanetti, reduce dal
lungo e cordiale incontro avuto con il Pontefice giovedì pomeriggio, 25 aprile
— gli ho portato i saluti del mio compagno di squadra Iván Córdoba, che prima
di indossare la casacca nerazzura ha giocato tra il 1998 e il 2000 proprio tra
le fila del San Lorenzo».
Ma
con Papa Francesco il capitano dell’Inter non ha parlato solo di calcio. «Gli
ho raccontato — riferisce al nostro giornale — dei progetti che stiamo
realizzando per i bambini argentini attraverso la fondazione Pupi e delle
iniziative che Inter Campus porta avanti nel mondo per fare del calcio uno
strumento educativo e di promozione sociale».
Nata
nel 2001 per iniziativa dello stesso Zanetti e di sua moglie Paula, la
fondazione Pupi — acronimo di Por un piberío integrado (piberío è
proprio la parola che indica i “pivelli”) ma anche riferimento al soprannome
calcistico del capitano nerazzurro — aiuta un migliaio tra bambini, ragazzi,
madri e padri in condizioni di disagio materiale e fisico. Opera a Lanús, nel
sud di Buenos Aires, promuovendo numerose attività nel campo della salute,
dell’istruzione, dell’alimentazione, della formazione scolastica, della
giustizia sociale.
Un
impegno che sta molto a cuore a Papa Francesco. Il quale, ammirato della
testimonianza cristiana del calciatore, ha mostrato particolare interesse per
la sua iniziativa e ha assicurato il suo incoraggiamento. «Ci ha ripetuto —
confida Zanetti — che migliorare il mondo è possibile, soprattutto quando si
uniscono le forze. Non è semplice, ma si può fare. E noi, nel nostro piccolo,
ci proviamo».
In
un clima di grande cordialità e familiarità, il Pontefice si è intrattenuto per
quasi un’ora nella sua residenza a Santa Marta in compagnia del giocatore
dell’Inter, accompagnato dalla moglie e dai tre figli: Sol, di 7 anni, Ignacio,
di 4 anni, e Tomás, che ha appena 11 mesi. «Da poco ha imparato a camminare —
dice sorridendo Zanetti — e durante l’incontro non ha fatto altro che andare da
una parte all’altra della stanza. Tanto che alla fine il Papa gli messo una
mano sulla testolina, quasi come se volesse fermarlo!».
«Sono
molto felice — racconta il calciatore — di aver avuto la possibilità di
coronare un sogno. E mi sento onorato di avere un Papa “connazionale”. Ho avuto
la possibilità di sperimentare direttamente che è una persona molto aperta,
umile e semplice». Che cosa l’ha colpita di più di Papa Bergoglio? «La sua
fiducia — risponde Zanetti — nella possibilità di lavorare per migliorare il
mondo. E questo rappresenta un’iniezione di fiducia anche per me, per la mia
famiglia e per la nostra fondazione».
All’udienza
hanno partecipato Roberto Sarti, collaboratore della fondazione, con la moglie
María Taratury, e Sebastián de La
Fuente , cognato di Javier Zanetti, con la moglie Maria Sapia
e la figlia Isabella. Erano presenti, fra gli altri, i monsignori Fabián
Pedacchio e Guillermo Javier Karcher.
Al
Pontefice il calciatore argentino ha regalato la sua maglia numero 4, con la
dedica e la firma autografa; la fascia gialla di capitano con le bandiere
dell’Argentina e della Città del Vaticano, lo stemma papale e le iniziali di
Bergoglio; una pubblicazione di Inter Campus, dedicatagli espressamente del
presidente del club nerazzurro Massimo Moratti; una targa della fondazione, con
la foto di alcuni dei bambini assistiti; un gagliardetto bianco e giallo su cui
è riprodotto lo stemma pontificio.