"ALLORA ZANETTI, FRANCESCO TIFA PER L'INTER? NO, IL PAPA TIFA SOLO PER UN MONDO MIGLIORE": DA TEMPI.IT DEL 26/04/2013


Il capitano nerazzurro racconta il suo incontro con il Pontefice. «Ho avuto la possibilità di sperimentare direttamente che è una persona molto aperta, umile e semplice».


Articolo tratto dall’Osservatore Romano, di Francesco M. Valiante - Ma allora Papa Francesco tifa per l’Inter? Il capitano Javier Zanetti, bandiera del club nerazzurro, ha un attimo di esitazione. Poi se la cava con eleganza e una punta di diplomazia: «Ma no, il Papa tifa solo per un mondo migliore. E crede che ognuno di noi, anche attraverso lo sport, possa dare una mano a costruirlo».
Quel che è certo è che il “tifoso” Bergoglio è appassionato di calcio. E tiene per il San Lorenzo de Almagro, l’undici del quartiere Boedo di Buenos Aires che il piccolo Jorge Mario seguiva ammirato quando il papà lo portava allo stadio. Nei suoi ricordi resta soprattutto la gloriosa annata del 1946, quando il club rossoblù spezzò il dominio del River Plate e del Boca Juniors, che avevano conquistato dieci titoli negli ultimi dodici anni, e trascinato dai gol del ciclón René Pontoni si aggiudicò il campionato. «Non a caso — rivela Zanetti, reduce dal lungo e cordiale incontro avuto con il Pontefice giovedì pomeriggio, 25 aprile — gli ho portato i saluti del mio compagno di squadra Iván Córdoba, che prima di indossare la casacca nerazzura ha giocato tra il 1998 e il 2000 proprio tra le fila del San Lorenzo».
Ma con Papa Francesco il capitano dell’Inter non ha parlato solo di calcio. «Gli ho raccontato — riferisce al nostro giornale — dei progetti che stiamo realizzando per i bambini argentini attraverso la fondazione Pupi e delle iniziative che Inter Campus porta avanti nel mondo per fare del calcio uno strumento educativo e di promozione sociale».
Nata nel 2001 per iniziativa dello stesso Zanetti e di sua moglie Paula, la fondazione Pupi — acronimo di Por un piberío integrado (piberío è proprio la parola che indica i “pivelli”) ma anche riferimento al soprannome calcistico del capitano nerazzurro — aiuta un migliaio tra bambini, ragazzi, madri e padri in condizioni di disagio materiale e fisico. Opera a Lanús, nel sud di Buenos Aires, promuovendo numerose attività nel campo della salute, dell’istruzione, dell’alimentazione, della formazione scolastica, della giustizia sociale.
Un impegno che sta molto a cuore a Papa Francesco. Il quale, ammirato della testimonianza cristiana del calciatore, ha mostrato particolare interesse per la sua iniziativa e ha assicurato il suo incoraggiamento. «Ci ha ripetuto — confida Zanetti — che migliorare il mondo è possibile, soprattutto quando si uniscono le forze. Non è semplice, ma si può fare. E noi, nel nostro piccolo, ci proviamo».
In un clima di grande cordialità e familiarità, il Pontefice si è intrattenuto per quasi un’ora nella sua residenza a Santa Marta in compagnia del giocatore dell’Inter, accompagnato dalla moglie e dai tre figli: Sol, di 7 anni, Ignacio, di 4 anni, e Tomás, che ha appena 11 mesi. «Da poco ha imparato a camminare — dice sorridendo Zanetti — e durante l’incontro non ha fatto altro che andare da una parte all’altra della stanza. Tanto che alla fine il Papa gli messo una mano sulla testolina, quasi come se volesse fermarlo!».
«Sono molto felice — racconta il calciatore — di aver avuto la possibilità di coronare un sogno. E mi sento onorato di avere un Papa “connazionale”. Ho avuto la possibilità di sperimentare direttamente che è una persona molto aperta, umile e semplice». Che cosa l’ha colpita di più di Papa Bergoglio? «La sua fiducia — risponde Zanetti — nella possibilità di lavorare per migliorare il mondo. E questo rappresenta un’iniezione di fiducia anche per me, per la mia famiglia e per la nostra fondazione».
All’udienza hanno partecipato Roberto Sarti, collaboratore della fondazione, con la moglie María Taratury, e Sebastián de La Fuente, cognato di Javier Zanetti, con la moglie Maria Sapia e la figlia Isabella. Erano presenti, fra gli altri, i monsignori Fabián Pedacchio e Guillermo Javier Karcher.
Al Pontefice il calciatore argentino ha regalato la sua maglia numero 4, con la dedica e la firma autografa; la fascia gialla di capitano con le bandiere dell’Argentina e della Città del Vaticano, lo stemma papale e le iniziali di Bergoglio; una pubblicazione di Inter Campus, dedicatagli espressamente del presidente del club nerazzurro Massimo Moratti; una targa della fondazione, con la foto di alcuni dei bambini assistiti; un gagliardetto bianco e giallo su cui è riprodotto lo stemma pontificio.