NEW YORK - Gino Bartali era un ‘giusto’ e la sua attività clandestina consentì di salvare la vita di centinaia di ebrei italiani durante la persecuzione nazista, al punto che Yad Vashem starebbe considerando il suo ingresso nell’omonimo museo. A rivelare quest’aspetto – del tutto inedito in Usa - della vita del famoso campione delle due ruote è il libro Road to Valor(Edizioni Crown/Random House) della giornalista Aili McConnon e del fratello Andres McConnon, storico, appena uscito nelle librerie americane. Il libro è stato presentato in anteprima la scorsa settimana a New York durante un evento organizzato presso la Casa Italiana Zerilli/Marimò, presieduta da Stefano Albertini.
L’opera, la prima scritta in inglese su Bartali, ripercorre la vita travagliata del ciclista, dai modesti natali a Ponte a Ema, in provincia di Firenze, il 18 luglio 1914, fino alla morte nel capoluogo toscano, nel maggio del 2000, all’età di 85 anni. Alla fine dell’autunno 1943, Bartali fu interpellato dal cardinale di Firenze Elia Dalla Costa che gli propose una ‘missione impossibile’: attraversare in bici l’Umbria e la Toscana per consegnare alla popolazione ebraica a rischio deportazione i documenti falsi che avrebbero permesso loro di eludere i loro carnefici. Dagli archivi è emerso anche che, durante l’occupazione nazista di Firenze, Bartali ha aperto le porte della propria casa per nascondere una famiglia di ebrei fiorentini. Giorgio Goldenberg, un ebreo oggi anziano residente in Israele, ha raccontato come i genitori, la sorella e lui stesso si nascosero a lungo in un cantina messa a loro disposizione proprio da Bartali e da suo cugino Armando Sizzi, in un cortile presso via del Bandino. Dopo la Seconda guerra mondiale, il termine "Giusti tra le nazioni" è stato utilizzato per indicare i non-ebrei che hanno agito in modo eroico, rischiando la propria vita per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista. Chi viene riconosciuto "Giusto" riceve il privilegio di vedere il proprio nome aggiunto agli altri presenti nel Giardino dei Giusti presso il museo Yad Vashem di Gerusalemme.