Sabato 13 e domenica 14 ottobre, presso il "Centro
Giovanni Paolo II" di Montorso (Ancona), si è tenuto il convegno
"Oratorio e Sport" organizzato, tra gli altri, dal Comitato Regionale
del Centro Sportivo Italiano: agli incontri di sabato mattina hanno partecipato
sette allenatori della Polisportiva Gagliarda che hanno molto apprezzato gli
interventi di S.E. Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo e di
Don Alessio Albertini, neo-consulente ecclesiale nazionale del CSI.
Pensando di fare cosa gradita a
chi segue il nostro blog, di seguito pubblichiamo gli appunti presi dal nostro
Fabio Consorti durante gli interventi di Mons. Menichelli e Don Albertini.
Mons. Menichelli
Dove
collocare il vostro sforzo? Nella complessità dell'educare. Lo sport è
strumento educativo ma bisogna fare attenzione a non cadere in un tranello:
farlo diventare un concetto fisico, di gioco.
Se
non si guarda la persona siamo caduti nel tranello.
Bisogna
aiutare lo sport a non settorializzare. Lo sport ha al suo interno anche la
competizione ma se si ferma solo a questo creiamo un rapporto competitivo.
Facciamo invece competizione senza conflitti con il rispetto della persona.
A
cosa è orientato lo sforzo (sacrificio) nello sport? Spesso pensate alla
vittoria e non all'educazione della persona.
Nel
vostro servizio sentitevi parte della Chiesa. Dovete tenere presente nel vostro
allenare:
-
visione della persona;
-
non prendere in affitto i bimbi ma invece si ragiona insieme alla famiglia;
-
creare una relazione personale con i ragazzi.
L'oratorio
è come una famiglia. Gli educatori devono essere forti nel far rispettare le
regole. Nell'oratorio c'è la formazione cristiana.
Rileggete
San Giovanni Bosco. Dovete abituare i ragazzi al servizio. Ognuno fa qualcosa
nella sua comunità.
L'educatore
deve essere:
-
convinto, perché non state perdendo tempo;
-
paziente;
-
entusiasta e appassionato;
-
coinvolgente e attrattivo.
Fermi
nella Verità, aperti alla carità.
Don Alessio Albertini
Loreto
mi affascina perché è il luogo dei si quotidiani di Maria. Gli oratori a Milano
spesse volte hanno all'interno una società sportiva. Non è automatico che le
società abbiano a cuore l'educazione. Anche l'oratorio non è sempre un luogo
educativo. Invece può essere una grande opportunità per far crescere i ragazzi
come uomini. La differenza la fanno gli educatori che sono gli allenatori nelle
società sportive.
L'educatore
è un adulto significativo per le nuove generazioni. Il mister diventa un mito
per i suoi atleti, ha quindi un ruolo privilegiato. Puoi fare bene o male.
Quanti
allenatori sentono la responsabilità educativa?
Dobbiamo
far percepire questa responsabilità. Non c'è la piccola missione, o è missione
o non lo è.
Come
pensiamo la nostra missione?
San
Giovanni Bosco e San Filippo Neri sono le figure per l'oratorio. Prendono i
ragazzi con la simpatia.
Quando
Dio parla di missione ci indica il pescatore. Il pesce lo devi inseguire.
Qualche volta i giovani ci sfuggono perché li cerchiamo nei posti sbagliati. Lo
sport è un campo fruttuoso. Non possiamo decidere prima chi è bravo e chi no
quindi non sappiamo che fine fanno i nostri sforzi. I nostri ragazzi
affronteranno la loro vita e potranno mettere a frutto i nostri insegnamenti
solo se avranno avuto un adulto significativo.
Siamo
spesso concentrati a far capire chi è Dio ma dovremmo domandarci chi è l'uomo
che abbiamo davanti. Non puoi fare una predica nell'oratorio.
Ti
accompagno fino alla soglia della vita poi però tocca a te. Ti do tutta la mia
esperienza poi devi farlo tu. In campo ci vanno i giocatori, il mister sta
fuori della linea. Prima della partita e negli allenamenti ha cercato di
insegnare tutto quello che serviva per la partita, poi però il mister è fuori
ed ogni giocatore fa la sua partita.
Devi
dargli una risposta per cosa vuol dire essere felici. Poi viene tutto da sé.
I
ragazzi hanno come motto le pubblicità della Nike e dell’Adidas. La
Nike dice che puoi fare tutto invece bisognerebbe dire di no,
che non è vero. L'Adidas invece dice: se lo senti fallo! Se mi piace lo faccio.
Può
lo sport venire in aiuto? E' un posto privilegiato perché sono i bambini che
hanno scelto di venire, è continuativo ed ha già delle regole. Inoltre chiede
dello sforzo e del sacrificio.
Ogni
ragazzo vale, tutti valgono. L'allenatore ha lo scopo di farli crescere.
Bisogna insegnare ad assumersi delle responsabilità perché si è squadra. Quando
saranno grandi, saranno loro a fare le cose. Facendo lo sport impari ad
affrontare la vita, impari a vivere.
Bisogna
insegnare ad affrontare la sconfitta. Dobbiamo insegnare ad accettare le
frustrazioni e a non prendere alibi.