CONVEGNO "ORATORIO E SPORT" DEL 13/14 OTTOBRE 2012 A MONTORSO (AN): RIASSUNTO DEGLI INTERVENTI DI MONS. MENICHELLI E DON ALBERTINI


Sabato 13 e domenica 14 ottobre, presso il "Centro Giovanni Paolo II" di Montorso (Ancona), si è tenuto il convegno "Oratorio e Sport" organizzato, tra gli altri, dal Comitato Regionale del Centro Sportivo Italiano: agli incontri di sabato mattina hanno partecipato sette allenatori della Polisportiva Gagliarda che hanno molto apprezzato gli interventi di S.E. Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo e di Don Alessio Albertini, neo-consulente ecclesiale nazionale del CSI.
Pensando di fare cosa gradita a chi segue il nostro blog, di seguito pubblichiamo gli appunti presi dal nostro Fabio Consorti durante gli interventi di Mons. Menichelli e Don Albertini.

Mons. Menichelli
Dove collocare il vostro sforzo? Nella complessità dell'educare. Lo sport è strumento educativo ma bisogna fare attenzione a non cadere in un tranello: farlo diventare un concetto fisico, di gioco.
Se non si guarda la persona siamo caduti nel tranello.
Bisogna aiutare lo sport a non settorializzare. Lo sport ha al suo interno anche la competizione ma se si ferma solo a questo creiamo un rapporto competitivo. Facciamo invece competizione senza conflitti con il rispetto della persona.
A cosa è orientato lo sforzo (sacrificio) nello sport? Spesso pensate alla vittoria e non all'educazione della persona.
Nel vostro servizio sentitevi parte della Chiesa. Dovete tenere presente nel vostro allenare:
- visione della persona;
- non prendere in affitto i bimbi ma invece si ragiona insieme alla famiglia;
- creare una relazione personale con i ragazzi.
L'oratorio è come una famiglia. Gli educatori devono essere forti nel far rispettare le regole. Nell'oratorio c'è la formazione cristiana.
Rileggete San Giovanni Bosco. Dovete abituare i ragazzi al servizio. Ognuno fa qualcosa nella sua comunità.
L'educatore deve essere:
- convinto, perché non state perdendo tempo;
- paziente;
- entusiasta e appassionato;
- coinvolgente e attrattivo.
Fermi nella Verità, aperti alla carità.

Don Alessio Albertini
Loreto mi affascina perché è il luogo dei si quotidiani di Maria. Gli oratori a Milano spesse volte hanno all'interno una società sportiva. Non è automatico che le società abbiano a cuore l'educazione. Anche l'oratorio non è sempre un luogo educativo. Invece può essere una grande opportunità per far crescere i ragazzi come uomini. La differenza la fanno gli educatori che sono gli allenatori nelle società sportive.
L'educatore è un adulto significativo per le nuove generazioni. Il mister diventa un mito per i suoi atleti, ha quindi un ruolo privilegiato. Puoi fare bene o male.
Quanti allenatori sentono la responsabilità educativa?
Dobbiamo far percepire questa responsabilità. Non c'è la piccola missione, o è missione o non lo è. 
Come pensiamo la nostra missione?
San Giovanni Bosco e San Filippo Neri sono le figure per l'oratorio. Prendono i ragazzi con la simpatia. 
Quando Dio parla di missione ci indica il pescatore. Il pesce lo devi inseguire. Qualche volta i giovani ci sfuggono perché li cerchiamo nei posti sbagliati. Lo sport è un campo fruttuoso. Non possiamo decidere prima chi è bravo e chi no quindi non sappiamo che fine fanno i nostri sforzi. I nostri ragazzi affronteranno la loro vita e potranno mettere a frutto i nostri insegnamenti solo se avranno avuto un adulto significativo.
Siamo spesso concentrati a far capire chi è Dio ma dovremmo domandarci chi è l'uomo che abbiamo davanti. Non puoi fare una predica nell'oratorio.
Ti accompagno fino alla soglia della vita poi però tocca a te. Ti do tutta la mia esperienza poi devi farlo tu. In campo ci vanno i giocatori, il mister sta fuori della linea. Prima della partita e negli allenamenti ha cercato di insegnare tutto quello che serviva per la partita, poi però il mister è fuori ed ogni giocatore fa la sua partita.
Devi dargli una risposta per cosa vuol dire essere felici. Poi viene tutto da sé.
I ragazzi hanno come motto le pubblicità della Nike e dell’Adidas. La Nike dice che puoi fare tutto invece bisognerebbe dire di no, che non è vero. L'Adidas invece dice: se lo senti fallo! Se mi piace lo faccio.
Può lo sport venire in aiuto? E' un posto privilegiato perché sono i bambini che hanno scelto di venire, è continuativo ed ha già delle regole. Inoltre chiede dello sforzo e del sacrificio. 
Ogni ragazzo vale, tutti valgono. L'allenatore ha lo scopo di farli crescere. Bisogna insegnare ad assumersi delle responsabilità perché si è squadra. Quando saranno grandi, saranno loro a fare le cose. Facendo lo sport impari ad affrontare la vita, impari a vivere.
Bisogna insegnare ad affrontare la sconfitta. Dobbiamo insegnare ad accettare le frustrazioni e a non prendere alibi.