Dal sito internet www.atleticaleggera.org
L'atletica,
si sa bene, è uno sport strettamente correlato con la prestazione e/o la
posizione in una classifica finale. Si dice sempre che il nome del primo
arrivato di un'Olimpiade rimane nella storia, come anche quello del primo
arrivato di una gara di paese che viene ad essere inserito negli annali o negli
albi d'oro dell'evento...così capita che già il secondo arrivato, conclusa la
cerimonia di premiazione, cada nell'oblio e nel dimenticatoio, avendo
conquistato una medaglia dai riflessi diversi da quelli dorati.
Dopo una gara piuttosto impegnativa, giunti
all'interno della pista di atletica nella quale era previsto l'arrivo della
corsa, il keniano Abel Mutai, noto ai più attenti per aver conquistato la
recente medaglia d'argento sui 3000 siepi ai Giochi Olimpici londinesi, si
apprestava a vincere in scioltezza e solitudine. Al termine della curva era
posizionato un arco gonfiabile, passato il quale l'atleta credeva di aver
completato il proprio percorso previsto, mentre invece, ad attenderlo, vi erano
ancora 100m da percorrere sino al seguente arco, quello dell'arrivo effettivo.
Proseguendo in una corsetta in simil-jogging
nel corridoio transennato in cui si trovava, appariva alle sue spalle il
secondo in gara, appunto Ivan Fernandez Anaya, il quale giunto praticamente a
pochi centimetri dal suo avversario, invece di superarlo a pochi passi dal
traguardo, lo incitava a riprendere a correre, indicandogli la linea d'arrivo e
rallentando per transitare su di essa alle spalle di Mutai.
Un gesto davvero nobile, che merita più che
mai di essere definito "sportivo" (aggettivo oggigiorno usato spesso
a sproposito), di cui potete prendere visione grazie al video sotto riportato.
(dopo 30" di filmato).