Puniti con cinquemila euro di multa gli sfottò dei
ragazzini al portiere dell’Udinese Brkic. Non c’è fine all’ingolfamento cui
porta lo “sportivamente corretto”.
Hanno messo in azione il Frankenstein della
buon costume, ora non sanno più come fermarlo. La vicenda dei cori d’insulto dei giovani tifosi
della Juve al portiere dell’Udinese Brkic oggi è andata incontro al suo epilogo
più paradossale: il giudice sportivo Tosel ha infatti multato i bianconeri con
un’ammenda cinquemila euro per le ingiurie proferite dai bambini, per altro
invitati ad animare la partita proprio per offrire un’immagine più pulita dello
stadio, vuoto per l’esclusione dei tifosi ordinari per cori discriminatori.
SFOTTO’ E MALEDUCAZIONE. La sanzione in sé
non è tanto grave per la sua entità (5mila euro sono “noccioline” se si pensa
alle multe precedenti inflitte sempre alla Juve per casi analoghi, almeno 10
volte maggiori), quanto perché è l’ennesima azione plateale, volta unicamente
ad un’interpretazione di regolamenti e leggi a scopi moralisti. I cori erano
sfottò di ragazzini, un po’ maleducati un po’ elettrizzati dall’idea di essere
allo stadio, ma il messaggio che rimbombava non era nulla di diverso da quanto
si sente normalmente attorno ai campi da calcio. Non è difficile credere che
quello stesso coro («oooooh… Merda!») in questo week-end sia riecheggiato da
più di una curva di Serie A e B, come per altro accade ogni settimana. A essere
pignoli, a Catania invece è stato preso di mira Balotelli con insulti più
meschini («E se saltelli, muore Balotelli…»). Eppure hanno multato solo la Juve.
CORI DI NAPOLI E CATANIA. Perché? Perché
bisognava offrire un segnale, continuare con il candeggio cui l’intero
movimento sportivo è sottoposto da tempo, uniformandolo sotto la glassa di
moralismo e politically correct cui la nostra società chiede sempre di più
esempi e valori, tanto finti quanto stopposi. Dei cori della Juve è due giorni
che si parla, ergo sanzionarli avrebbe avuto enorme clamore. Degli stessi
insulti che i tifosi del Napoli hanno intonato contro il portiere laziale
Marchetti, o di quelli sentiti al Massimino contro Balotelli si discute meno, e
multe contro queste squadre non se ne sono viste. Così la strumentalizzazione
dei bambini continua: prima erano i custodi di un tifo diverso e più sano, ora
i sovversivi da punire per mandare un segnale chiaro a tutti.
I BURATTINAI DEL MESSAGGIO POSITIVO. Viene da chiedersi che cosa ci sarà
da attendersi adesso: perché l’ammenda inflitta ai bambini di Torino crea un
precedente difficile da cancellare, che potrà essere impugnato in qualsiasi
frangente per punire ogni rumore arrivi da una curva, qualora questo sia appena
di più di uno scroscio d’applausi o di un’espressione d’assenso. Ma ancor di
più viene da chiedersi in che cosa stanno trasformando il calcio, che ormai è
sempre meno l’espressione sportiva di un popolo e sempre più un teatrino nelle
mani dei burattinai del messaggio positivo.