Martedì 26 giugno si è svolto presso Casa San Francesco a Grottammare il 7° Gagliarda's Day, giorno dedicato allo sport ed alla nostra Associazione Sportiva Gagliarda Sambenedettese, inserito nel programma dei festeggiamenti in onore del beato Pier Giorgio Frassati, patrono della Compagnia dei Tipi Loschi.
Di seguito pubblichiamo le testimonianze scritte dai "nostri" Riccardo Savelli e Loredana Giuliani e delle belle foto sulla piacevole serata trascorsa insieme.
Andrea Bartali, che doveva essere presente, non è potuto venire per problemi di salute. Lo abbiamo chiamato comunque per telefono durante l'incontro dedicato a suo padre Gino (l'audio della telefonata si può scaricare cliccando qui oppure si può ascoltare cliccando qui).
Il Gagliarda’s day di quest’anno mi è piaciuto molto. Nel tardo pomeriggio c’è stata una conferenza dedicata a Gino Bartali che viene chiamata spazio Gino. Il “protagonista” di questo incontro sarebbe dovuto essere Andrea Bartali ovvero il figlio di Gino. Purtroppo non è potuto venire a causa di un raffreddore. A me questo è dispiaciuto molto perché lui è l’ unico che sa tante cose di un campione come suo padre. Grazie a Federica Graci lo Spazio Gino è stato salvato infatti le è venuto in mente di far parlare dei ragazzi come Daci e Piergiorgio riguardo alle vicende che più li avevano colpiti leggendo l’ultimo libro di Andrea Bartali dove vengono svelati dei segreti sul padre come i metodi che usava per prepararsi meglio per una gara.
Nella seconda parte del Gagliarda’s day non poteva mancare il nostro amico e giornalista sportivo Nando Sanvito. Ieri sera ci ha intrattenuto con una delle sue meravigliose video-storie che questa volta erano accomunate dal tema “insieme al traguardo”; ognuna di quelle storie mi è piaciuta molto ma alcune mi hanno colpito molto sia per il significato sia per l’originalità. Per quanto riguarda il primo tema il racconto è la storia di Enzo Ferrari il quale non avendo niente di materiale come i soldi riuscì a costruire la macchina che a quell’epoca era la più veloce del mondo. Sentendo Nando mi sono chiesto come quell’uomo riuscì in quell’impresa. La risposta è che lui credeva fortemente in un sogno e vi riuscì pienamente perché non si arrese mai quindi “non lasciò la bandiera anche se era miserabile. Per quanto riguarda il secondo tema la storia è del tutto diversa e fa molto ridere: in uno stato africano di mezzo milione di abitanti che si chiama Guinea Equatoriale viveva un ragazzo che faceva la guida turistica di nome Moussambani. Il suo paese ha diritto a fare i giochi olimpici. In occasione delle Olimpiadi di Sidney questo stato fu rappresentato da quattro ragazzi tra i quali c’era la guida turistica alla quale era stata assegnata la categoria del nuoto. Il punto è che Moussambani non sapeva nuotare allora iniziò gli allenamenti in un fiume ed era costretto a nuotare velocemente perché il corso d’ acqua era pieno di coccodrilli. Il giorno della gara si presentò senza cuffia e occhialetti e non aveva mai visto una piscina olimpica. Lui vinse la gara non perché era il più veloce ma perché gli altri due erano stati squalificati.
Nando Sanvito non smetterà mai di stupirci!
Ieri sera, 26 giugno, il nostro programma prevedeva l'incontro con Andrea Bartali e con la giornalista Laura Guerra che avrebbero dovuto parlare del nuovo libro di Andrea "Gino Bartali, mio papà ". Purtroppo il nostro amico si e' ammalato e quindi non e' potuto venire, ma durante la serata (che si e' svolta ugualmente) lo abbiamo raggiunto telefonicamente. É stato accolto da un caloroso applauso e alla domanda del perché ha scritto questo libro ha risposto che il papà gli aveva raccontato la sua vita, raccomandandogli però di non dirla a nessuno, perché "il bene si fa, ma non si dice", e che solo un giorno avrebbe saputo cosa fare di quei racconti. Ecco quel giorno é arrivato. Ci ha salutato con la promessa di venirci a trovare presto per portarci la sua testimonianza questa volta dal vivo. Alcuni di noi che hanno letto il libro hanno suggerito al presidente della Gagliarda ambenedettese, promotrice dell'incontro, degli stralci del libro da leggere e poi hanno commentato cosa li aveva colpiti. C'é chi ha detto che dal grande Bartali vuole prendere spunto per la serietà nel modo di lavorare, chi ha evidenziato che il matrimonio tra Gino e Adriana era un'avventura, fatto di imprevisti, ma bello. Si é evidenziato anche il dolore nella vita di questo grande campione con la morte di suo fratello Giulio, a causa della quale si ritirò dalle corse per un po' di tempo, sentendosene responsabile. Ma Adriana (non ancora sua moglie) gli ridiede le ragioni per correre ancora. A me é questa la cosa che é piaciuta di più. La figura di questa donna che nel silenzio e nella compostezza ha adempiuto alla vocazione di moglie, compagnia e amica, aiutando il marito (ancor prima che diventasse suo fidanzato) a essere quel grande uomo che é stato. Dopo la cena abbiamo proseguito con il nostro amico Nando Sanvito, giornalista sportivo delle reti Mediaset che ci ha mostrato delle video-storie commentandole come solo lui sa fare. Ha iniziato con la formula uno per arrivare a parlare di Enzo Ferrari e di come senza una lira sia riuscito, inseguendo un sogno, a creare la casa automobilistica più famosa al mondo. Sono rimasta colpita dal fatto che questa parola "sogno", apparentemente poco importante perché sembra una cosa da ragazzini (ai grandi scomoda la vita), era la seconda volta che veniva tirata in ballo durante la nostra festa. La prima é stata alla conferenza del Dr. Reggiori dove veniva citata la frase di Giovanni XXIII "la vita é la realizzazione dei sogni della giovinezza". Poi ha proseguito con altri episodi e ci ha mostrato le immagini di una gara di staffetta "4 x 100" alle olimpiadi di Berlino, dove era presente Adolf Hitler, e la squadra tedesca era la favorita. Invece nell'ultimo scambio perdono il testimone e va a vincere l'America tra le cui fila c'era una ragazza che, in seguito ad un incidente in aereo, le ci erano voluti due anni per camminare di nuovo e altri per tornare a correre (aveva vinto l'oro anni prima nella gara dei 100 metri), ma non potendo piegare il ginocchio oltre un certo angolo, e quindi non potendo stare ai blocchi di partenza si e' dedicata all'unica cosa che potesse fare, la staffetta. E ci faceva notare Nando che era curioso come in un giorno in cui si sarebbe dovuto celebrare la perfezione della razza ariana, nella realtà si e' celebrata la vittoria di una ragazza portatrice di handicap. Gli episodi sono stati veramente tanti quello che mi ha colpito di più e' stato quello del tiratore al bersaglio che durante le olimpiadi aveva, nell'ultimo tiro della finale, tre punti di vantaggio (un'enormità in quella disciplina) sul secondo, ma pererrore va a centrare perfettamente il bersaglio del concorrente vicino e non solo perde la medaglia d'oro, ma arriva addirittura ottavo. Il destino ha voluto che quel giorno a commentare la gara per la tv cecoslovacca, ci fosse la campionessa delle donne dello stesso sport, la quale, rimasta esterrefatta dalla situazione, ha voluto conoscerlo e l'epilogo e' stato che si sono sposati dopo pochi giorni. Alle olimpiadi successive stessa situazione questa volta con addirittura quattro punti di vantaggio sul secondo, ma il tiratore di nuovo incredibilmente non riesce a prendere il bersaglio e perde l'oro arrivando quarto. Alla fine della gara sua moglie lo guarda e lo abbraccia con un amore sorprendente (dopo nove mesi nasce la loro bellissima bambina). Nando giustamente ha paragonato questo sguardo buono, con quello diametralmente opposto, di una coppia di pattinaggio, Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio, che per via di una caduta che fa loro perdere le olimpiadi, si guardano con odio e disappunto. Questo fatto mi ha colpito tantissimo perché é la differenza di come noi possiamo guardare le cose: o le abbracciamo con sguardo amorevole per quello che di bello c'è oppure le guardiamo con sguardo disumano buttando via tutto. A me piacerebbe guardare tutto e tutti nel primo modo che é lo sguardo di Dio.
Lory Giuliani
Al termine della serata, il Responsabile Tecnico del Centro di Qualificazione Provinciale della FIPAV, Prof. Domenico Chiovini, ha voluto premiare la Gagliarda Sambenedettese con una targa "per l'ottimo lavoro svolto e la proficua collaborazione" in occasione del corso allievo allenatore al quale hanno partecipato con profitto ben sei ragazzi e ragazze della nostra società sportiva.
Di seguito pubblichiamo le testimonianze scritte dai "nostri" Riccardo Savelli e Loredana Giuliani e delle belle foto sulla piacevole serata trascorsa insieme.
Andrea Bartali, che doveva essere presente, non è potuto venire per problemi di salute. Lo abbiamo chiamato comunque per telefono durante l'incontro dedicato a suo padre Gino (l'audio della telefonata si può scaricare cliccando qui oppure si può ascoltare cliccando qui).
Il Gagliarda’s day di quest’anno mi è piaciuto molto. Nel tardo pomeriggio c’è stata una conferenza dedicata a Gino Bartali che viene chiamata spazio Gino. Il “protagonista” di questo incontro sarebbe dovuto essere Andrea Bartali ovvero il figlio di Gino. Purtroppo non è potuto venire a causa di un raffreddore. A me questo è dispiaciuto molto perché lui è l’ unico che sa tante cose di un campione come suo padre. Grazie a Federica Graci lo Spazio Gino è stato salvato infatti le è venuto in mente di far parlare dei ragazzi come Daci e Piergiorgio riguardo alle vicende che più li avevano colpiti leggendo l’ultimo libro di Andrea Bartali dove vengono svelati dei segreti sul padre come i metodi che usava per prepararsi meglio per una gara.
Nella seconda parte del Gagliarda’s day non poteva mancare il nostro amico e giornalista sportivo Nando Sanvito. Ieri sera ci ha intrattenuto con una delle sue meravigliose video-storie che questa volta erano accomunate dal tema “insieme al traguardo”; ognuna di quelle storie mi è piaciuta molto ma alcune mi hanno colpito molto sia per il significato sia per l’originalità. Per quanto riguarda il primo tema il racconto è la storia di Enzo Ferrari il quale non avendo niente di materiale come i soldi riuscì a costruire la macchina che a quell’epoca era la più veloce del mondo. Sentendo Nando mi sono chiesto come quell’uomo riuscì in quell’impresa. La risposta è che lui credeva fortemente in un sogno e vi riuscì pienamente perché non si arrese mai quindi “non lasciò la bandiera anche se era miserabile. Per quanto riguarda il secondo tema la storia è del tutto diversa e fa molto ridere: in uno stato africano di mezzo milione di abitanti che si chiama Guinea Equatoriale viveva un ragazzo che faceva la guida turistica di nome Moussambani. Il suo paese ha diritto a fare i giochi olimpici. In occasione delle Olimpiadi di Sidney questo stato fu rappresentato da quattro ragazzi tra i quali c’era la guida turistica alla quale era stata assegnata la categoria del nuoto. Il punto è che Moussambani non sapeva nuotare allora iniziò gli allenamenti in un fiume ed era costretto a nuotare velocemente perché il corso d’ acqua era pieno di coccodrilli. Il giorno della gara si presentò senza cuffia e occhialetti e non aveva mai visto una piscina olimpica. Lui vinse la gara non perché era il più veloce ma perché gli altri due erano stati squalificati.
Nando Sanvito non smetterà mai di stupirci!
Ieri sera, 26 giugno, il nostro programma prevedeva l'incontro con Andrea Bartali e con la giornalista Laura Guerra che avrebbero dovuto parlare del nuovo libro di Andrea "Gino Bartali, mio papà ". Purtroppo il nostro amico si e' ammalato e quindi non e' potuto venire, ma durante la serata (che si e' svolta ugualmente) lo abbiamo raggiunto telefonicamente. É stato accolto da un caloroso applauso e alla domanda del perché ha scritto questo libro ha risposto che il papà gli aveva raccontato la sua vita, raccomandandogli però di non dirla a nessuno, perché "il bene si fa, ma non si dice", e che solo un giorno avrebbe saputo cosa fare di quei racconti. Ecco quel giorno é arrivato. Ci ha salutato con la promessa di venirci a trovare presto per portarci la sua testimonianza questa volta dal vivo. Alcuni di noi che hanno letto il libro hanno suggerito al presidente della Gagliarda ambenedettese, promotrice dell'incontro, degli stralci del libro da leggere e poi hanno commentato cosa li aveva colpiti. C'é chi ha detto che dal grande Bartali vuole prendere spunto per la serietà nel modo di lavorare, chi ha evidenziato che il matrimonio tra Gino e Adriana era un'avventura, fatto di imprevisti, ma bello. Si é evidenziato anche il dolore nella vita di questo grande campione con la morte di suo fratello Giulio, a causa della quale si ritirò dalle corse per un po' di tempo, sentendosene responsabile. Ma Adriana (non ancora sua moglie) gli ridiede le ragioni per correre ancora. A me é questa la cosa che é piaciuta di più. La figura di questa donna che nel silenzio e nella compostezza ha adempiuto alla vocazione di moglie, compagnia e amica, aiutando il marito (ancor prima che diventasse suo fidanzato) a essere quel grande uomo che é stato. Dopo la cena abbiamo proseguito con il nostro amico Nando Sanvito, giornalista sportivo delle reti Mediaset che ci ha mostrato delle video-storie commentandole come solo lui sa fare. Ha iniziato con la formula uno per arrivare a parlare di Enzo Ferrari e di come senza una lira sia riuscito, inseguendo un sogno, a creare la casa automobilistica più famosa al mondo. Sono rimasta colpita dal fatto che questa parola "sogno", apparentemente poco importante perché sembra una cosa da ragazzini (ai grandi scomoda la vita), era la seconda volta che veniva tirata in ballo durante la nostra festa. La prima é stata alla conferenza del Dr. Reggiori dove veniva citata la frase di Giovanni XXIII "la vita é la realizzazione dei sogni della giovinezza". Poi ha proseguito con altri episodi e ci ha mostrato le immagini di una gara di staffetta "4 x 100" alle olimpiadi di Berlino, dove era presente Adolf Hitler, e la squadra tedesca era la favorita. Invece nell'ultimo scambio perdono il testimone e va a vincere l'America tra le cui fila c'era una ragazza che, in seguito ad un incidente in aereo, le ci erano voluti due anni per camminare di nuovo e altri per tornare a correre (aveva vinto l'oro anni prima nella gara dei 100 metri), ma non potendo piegare il ginocchio oltre un certo angolo, e quindi non potendo stare ai blocchi di partenza si e' dedicata all'unica cosa che potesse fare, la staffetta. E ci faceva notare Nando che era curioso come in un giorno in cui si sarebbe dovuto celebrare la perfezione della razza ariana, nella realtà si e' celebrata la vittoria di una ragazza portatrice di handicap. Gli episodi sono stati veramente tanti quello che mi ha colpito di più e' stato quello del tiratore al bersaglio che durante le olimpiadi aveva, nell'ultimo tiro della finale, tre punti di vantaggio (un'enormità in quella disciplina) sul secondo, ma pererrore va a centrare perfettamente il bersaglio del concorrente vicino e non solo perde la medaglia d'oro, ma arriva addirittura ottavo. Il destino ha voluto che quel giorno a commentare la gara per la tv cecoslovacca, ci fosse la campionessa delle donne dello stesso sport, la quale, rimasta esterrefatta dalla situazione, ha voluto conoscerlo e l'epilogo e' stato che si sono sposati dopo pochi giorni. Alle olimpiadi successive stessa situazione questa volta con addirittura quattro punti di vantaggio sul secondo, ma il tiratore di nuovo incredibilmente non riesce a prendere il bersaglio e perde l'oro arrivando quarto. Alla fine della gara sua moglie lo guarda e lo abbraccia con un amore sorprendente (dopo nove mesi nasce la loro bellissima bambina). Nando giustamente ha paragonato questo sguardo buono, con quello diametralmente opposto, di una coppia di pattinaggio, Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio, che per via di una caduta che fa loro perdere le olimpiadi, si guardano con odio e disappunto. Questo fatto mi ha colpito tantissimo perché é la differenza di come noi possiamo guardare le cose: o le abbracciamo con sguardo amorevole per quello che di bello c'è oppure le guardiamo con sguardo disumano buttando via tutto. A me piacerebbe guardare tutto e tutti nel primo modo che é lo sguardo di Dio.
Lory Giuliani
Al termine della serata, il Responsabile Tecnico del Centro di Qualificazione Provinciale della FIPAV, Prof. Domenico Chiovini, ha voluto premiare la Gagliarda Sambenedettese con una targa "per l'ottimo lavoro svolto e la proficua collaborazione" in occasione del corso allievo allenatore al quale hanno partecipato con profitto ben sei ragazzi e ragazze della nostra società sportiva.